La parola gemma, mutuata dal latino gemma, a sua volta deriva dal verbo greco gèmein, essere pieno, rigonfio; secondo alcuni, però, avrebbe la stessa radice di gennàn, generare, mentre altri riconducono l’etimologia alla radice gan, risplendere.
Oltre ai cristalli di pregio, il vocabolo gemma è riferito anche, in botanica, al germoglio o meglio all’abbozzo di un nuovo asse vegetale (per essere più esatti, dell’asse caulinare e dei fillomi da esso originati) e, in biologia, all’escrescenza embrionale di un nuovo individuo. Inoltre, in senso figurato gemma viene usato come sinonimo di stella, astro, ad esempio per dire “le gemme del firmamento”, o per indicare una persona piena di qualità (ad es. “le gemme della nostra letteratura”).
In ambito gemmologico, invece, alludiamo genericamente ad un minerale sfaccettato, rifinito e lucidato (con opportune lavorazioni), avente valore di pietra preziosa per bellezza, durezza, rarità, utilizzato come ornamento. Per estensione si usa includere fra le gemme taluni prodotti di organismi vegetali e animali come coralli, perle, ambra.
Con l’espressione “acqua delle gemme” si intende poi l’insieme della purezza e della trasparenza delle pietre preziose.
I minerali e le loro varietà impiegati come pietre preziose non sono molti. La nomenclatura commerciale solo in alcuni casi corrisponde a quella scientifica e spesso non consente di risalire alla vera natura della gemma, sia perché sovente si suole indicarne una col nome di un’altra del medesimo colore, sia perché la distinzione di pietre della stessa tinta viene affidata non di rado ad un attributo che evoca la località di origine. Ne consegue che una precisa classificazione può essere operata solo in base a criteri mineralogici, tanto più che talvolta il colore di una pietra preziosa viene modificato artificialmente o con mezzi chimici, facendola imbibire di sostanze coloranti, oppure con mezzi fisici (ad es. il riscaldamento) o, infine, tramite irraggiamento.
Per quanto concerne la determinazione del prezzo delle gemme in base ai classici parametri di peso, colore, taglio, purezza… forse non tutti sanno che in passato si faceva ricorso a formule come quelle proposte da Tavernier e De Boot nel ‘600 e da Schrauf nell’800. Nei primi del ‘900 Sutton, elabora uno schema particolare : P (prezzo da determinare) = (m – 1) d + p, dove m è il peso della pietra in carati, p il prezzo della pietra da un carato e d la differenza tra questo e il prezzo della pietra da due carati (J. R. Sutton, Diamond, Londra 1928).
Va ricordato, infine, che le gemme occupano un ruolo molto importante nel culto e nella mitologia tanto dei popoli primitivi quanto di quelli evoluti, che presuppongono l’esperienza di un potere misterioso (soprannaturale) nella pietra. In proposito si consiglia la lettura de “La mistica delle pietre preziose” di Paul Claudel, un saggio concepito nel 1929 da un'allocuzione sull'arte della gioielleria in onore di Pierre Cartier, il quale, riprendendo in chiave moderna i lapidari classici e medievali, espone la simbologia e le proprietà magiche delle pietre preziose attraverso una mistica tutta cristiana.